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CARNE, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

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Sì parla spesso di problemi di salute associati al consumo di carne, ma la questione rimane nebulosa ai più!

Che cosa fa male della carne?

Studi scientifici negli anni, hanno evidenziato un lieve incremento di mortalità fra i forti consumatori di carne rossa e lavorata, in particolare per cancro e patologie cardiovascolari. Di contro, altri studi hanno evidenziato che, l’incremento di mortalità può essere dovuto, più che al consumo di carne, alla dieta e allo stile di vita in generale (spesso meno curati, fra i consumatori eccessivi di carni rosse e lavorate. Ad es. gli Americani, rinomati per la dieta e lo stile di vita squilibrati). E’ da dire che è noto il legame fra e carni lavorate e l’aumento di incidenza di patologie coronariche, diabete e cancro, quindi l’attenzione si sta spostando dalle carni in generale alle carni lavorate.

Detto questo, ancora non sono arrivata al nocciolo della questione: cos’ha la carne lavorata (che manca invece nei legumi ad esempio) a determinare l’aumento di rischio di patologie cardiovascolari e cancro?

In realtà non è una sola cosa, ma un insieme di cose che se assunte in eccesso, possono dare problemi di salute:

1) Grassi Saturi e Colesterolo. Questi, accumulandosi nelle arterie, giocano un ruolo fondamentale nell’irrigidimento delle stesse e nella loro progressiva occlusione, a loro volta responsabili di ictus, infarto, angina pectoris ecc. Va fatta però una dovuta considerazione: Colesterolo e Grassi saturi non sono presenti solo nelle carni lavorate, ma anche nei grassi animali (burro, strutto ecc.) e vegetali (l’Olio di Palma è ricco di grassi saturi), nei prodotti lavorati industrialmente (sia di origine vegetale che animale) e naturalmente nei formaggi. Quindi, anche una dieta Vegetariana, se non controllata, può diventare fonte di un eccesso di grassi saturi e colesterolo.

2) Sale. Le carni lavorate ne sono ricche e calcolando che una dieta sana non debba prevedere più di 6 g di sale al giorno e che solo 100 g di Prosciutto Crudo, possono contenerne anche 4 g, conviene non eccedere. Ancora una volta però, l’eccessivo consumo di sale non si deve solo alle carni lavorate, ma anche ai prodotti lavorati industrialmente (sia di origine vegetale che animale).

3) “Aggiuntine” di lavorazione. Questa è la categoria di molecole che meno si concilia con la dieta sana. Fra queste molecole troviamo:

  • Nitrati e Nitriti, usati per mantenere il colore rosso delle carni, si legano con le ammine innocue molecole presenti naturalmente nelle carni, a formare Nitrosamine, molecole cancerogene. Alcuni paesi trattano le carni con Nitriti e Nitrati in accoppiamento con Vitamina C, che previene la formazione di Nitrosamine, evitando il pericolo.
  • Residui Farmacologici: questa categoria è molto più controllata in Italia, perché abbiamo rigidissime norme che vietano l’uso di farmaci sull’animale, a meno che non sia malato. Il problema è invece maggiore negli Stati Uniti e nel Canada, dove il bestiame è trattato con cocktail di ormoni in grado di “standardizzare” la composizione finale delle carni e innalzare la produzione. Un appunto: sebbene in Italia e in Europa siano vietati, esiste la concreta possibilità che possano essere utilizzati illegalmente e ad oggi i metodi di analisi a disposizione, sono insufficienti ed è necessaria una robusta attività di ricerca per trovarne di nuovi e migliori.

A proposito di carni Americane e Canadesi, è degli ultimi giorni la notizia della possibile approvazione da parte dell’UE del trattato TTIP, che di fatto consentirebbe l’esportazione di questi prodotti anche nell’Unione Europea. Questo è possibile perché i controlli sui prodotti Americani e Canadesi, non evidenziano problemi sulla sicurezza dell’alimento (controlli che però vengono fatti con i vecchi strumenti di analisi che, come già detto, sono insufficienti). Se dovesse passare, il trattato TTIP comporterà la vendita di carni Americane e Canadesi anche in Italia, riconoscibili naturalmente dall’etichetta. Il problema si porrebbe sulle carni lavorate (ripieni di carne, omogeneizzati per bambini ecc.), sulle quali non è necessario riportare l’origine dei prodotti. Inoltre, questo tipo di carni ha un prezzo competitivo, che invece i nostri allevatori non possono garantire, dato che l’allevamento senza ormoni è molto più costoso.